Una meraviglia che lega tra loro periodi storici apparentemente molto distanti come il barocco e la nostra epoca postmoderna in un intimo e costante scambio di allusioni, citazioni e sottintesi. L’Holy Deer è una dimora contemporanea immersa in un contesto storico.

Lo stupore inizia salendo al primo piano di Palazzo Pamphili. Contrariamente a come potremmo immaginare, non si sale una scala imponente. È piuttosto uno stretto camminamento, una mulattiera lastricata che collega tra loro i diversi piani fino all’ingresso del sontuoso appartamento. Borromini lo aveva concepito così per consentire a Papa Innocenzo X di spostarsi dal Vaticano e raggiungere direttamente i suoi appartamenti in sella a un asino bianco.

Oggi, l’ospite che dalla penombra delle scale arriva al “City Lodge”, incontra in un primo momento solo se stesso: una cornice dorata sovradimensionata del Barocco, di rara finezza, restituisce il volto del visitatore in innumerevoli rettangoli di specchio brunito. Scomposta in quelli che potremmo definire “pixel” ante litteram, la quotidianità si trasforma, scompare rendendo protagonista un luogo speciale permeato da un’atmosfera che stupisce e contemporaneamente rilassa.

Un lungo corridoio cinge l’ingresso snodandosi a destra e a sinistra. La pianta dell’ “Holy Deer” è a ferro di cavallo. Alle due estremità, in posizione defilata, si trovano le due camere da letto con stanza da bagno: una dà sulla romantica Via dell’Anima e sfocia in una elegante cabina armadio; l’altra, la sontuosa “stanza del papa” si affaccia direttamente su Piazza Navona. Aprendo i battenti delle finestre di quattro metri e mezzo per accedere al balconcino che dà sulla piazza, lo spettacolo è mozzafiato: ecco come devono essersi sentiti papi, principi e nobili maitresse! Da questo affaccio il sublime sapore del barocco diventa sorprendentemente palpabile…

Il grandioso e il privato si amalgamano per dare vita ad uno spazio di rara bellezza ed intimità, dove l’ospite viene accolto con gentilezza e informalità sentendosi subito a casa. Diventare protagonisti della storia di chi ha vissuto tra queste mura prima di noi e godere di tutte le amenità moderne è davvero una sensazione stupefacente!

Le tonalità tenui del grigio alle pareti conferisce aplomb agli ambienti caratterizzati da altezze esagerate che sfiorano i cinque metri e dagli effetti ottici degli affreschi che le accentuano ulteriormente. Nell’ambito della fruttuosa collaborazione con lo studio “FM-architettura d’interni”, con cui da subito si è instaurata un’intesa perfetta, Giorgia e Stefano Barbini sono stati maestri nel giocare con le cromie: col grigio hanno attenuato l’oro e il rosso porpora, richiamo al potere e alle passioni del pontefice. Sacro e profano si fondono e si completano in una simbiosi perfetta.

Anche gli affreschi barocchi sono diversi da quelli tipici dell’epoca raffiguranti santi e scene bibliche. Quelli di Palazzo Pamphili sono un esempio di iconografia mitologica. Particolarmente grandioso e rappresentativo è quello che illustra l’amore impossibile tra la sfortunata Didone, regina di Cartagine, e il principe troiano Enea: sul soffitto della “stanza del papa” le scene si succedono rievocando la passione dei due amanti.